GHIANDOLA ANTICHISSIMA, GRANDE COME UN ACINO D’UVA NASCOSTO AL CENTRO DEL CERVELLO, FORNISCE LE ISTRUZIONI CHE ATTIMO PER ATTIMO CREANO LE NOSTRE CELLULE
Anche se non ce ne accorgiamo, i processi di rinascita che culminano in primavera sono in gestazione fin dalla seconda parte dell’autunno, grosso modo a partire da novembre. A marzo finalmente qualcosa comincia a venire alla luce: primi fra tutti i germogli, sui rami e nei prati, simbolo di un più vasto movimento di rigenerazione che coinvolge flora, fauna, ambiente e, ovviamente, anche l’uomo. In realtà, il ricambio cellulare dell’organismo è in atto lungo tutto il corso dell’anno, ma ora viene accelerato dal Sole di primavera, portatore di un’energia di grado elevato: il Sole di marzo, infatti, fa sbocciare nuove forme, che vengono liberate nella Natura dopo il buio dell’inverno. E usiamo non casualmente la parola “liberazione”, perché essa costituisce anche un aspetto fondamentale della parte del corpo che, in questo momento dell’anno, si trova al centro della spinta vivificante del cambio di stagione: l’ipotalamo, una ghiandola situata nel cervello che secerne prodotti chimici chiamati proprio “fattori di liberazione”.
Così dialoga con l’ipofisi
L’asse ipotalamo-ipofisi, in questo periodo dell’anno, è dunque nel pieno delle sue attività: da un lato si trova in una fase ad alta energia ma, dall’altro, può essere sottoposto a una notevole dose di stress. Questa ambivalenza può tradursi in un disequilibrio degli ormoni ipofisari e, di conseguenza, in una alterazione a qualche livello del metabolismo, che si manifesta con una modifica dell’attività della tiroide o delle ghiandole surrenali, ma anche con stanchezza, difficoltà digestive, gonfiore e pesantezza agli arti, e talora anche con un inspiegabile stato ansioso, costituito dall’energia vitale che vuole prendere forma ma non può, e si manifesta allora come energia caotica. Tuttavia, proprio da questa spiacevole tensione psicofisica possiamo dedurre la necessità di cambiare al più presto il nostro approccio alla vita, anche sostenendoci con i rimedi riequilibranti che la natura ci mette a disposizione.
Polo energetico L’ipotalamo agisce come una centralina che invia impulsi biochimici a tutto il corpo e in particolare all’ipofisi, collocata subito sotto di lui
L’ipotalamo è un’area di tessuto nervoso che si trova al centro del cervello. Una collocazione, questa, che rende fin da subito evidente la sua funzione di “sole” e di fulcro dei processi trasformativi. Esso, infatti, riceve, elabora e integra le sollecitazioni che arrivano dall’esterno e dall’interno del corpo e produce un secreto chimico che porta in sé dei messaggi che sono in perfetta sintonia con le esigenze della persona in quel preciso momento. Questo secreto è costituito da
molecole chiamate “fattori di liberazione ipotalamica”: tramite il torrente circolatorio esse arrivano alla sottostante ghiandola ipofi si, a cui dettano in quale proporzione essa debba liberare a sua volta nel sangue i suoi ormoni fondamentali per il mantenimento e il rinnovamento dell’organismo. Se questo processo non avvenisse, il nostro corpo si bloccherebbe nel giro di poche decine di secondi.
I rimedi per l'ipotalamo - Agnocasto e Palo santo riaccendono la gioia di vivere
Ecco i due rimedi da usare in sinergia per inondare il tuo organismo con una vera e propria cascata di ormoni del benessere.
L’agnocasto si prende come tisana o integratore, il
palo santo è un olio.
PER RITROVARE CALMA ED ENERGIA L’agnocasto è la pianta più indicata per combattere il tipico malessere che compare con l’arrivo della primavera, e ti libera da stanchezza, mal di testa, piccoli disturbi digestivi e insonnia.
SE TI SENTI GIÙ DI MORALE
L’olio di palo santo è noto agli sciamani per le sue virtù benefi che e ricostuenti a livello psicofi sico. Porta sempre con te un fl acone di questa essenza e annusala spesso. Anche prima di dormire
E COME RIMEDIO TUTTOFARE
Da sempre la salvia ha fama d’essere una pianta guaritrice. Cosa indicata nel suo stesso nome, che deriva dal latino salvere (stare bene). I medici della Scuola Salernitana la chiamavano Salvia sanatrix, e oggi conosciamo la sua capacità di agire sull’ipotalamo, centralina neuroendocrina deputata a regolare tutte le funzioni vitali. La sera, bevi un tazza di infuso preparato con un cucchiaino delle sue foglie.
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