AGISCE SULL’IPOTALAMO CON UN EFFETTO RIARMONIZZANTE. CHE STEMPERA L’IRRITABILITÀ, ATTENUA L’AFFATICAMENTO E CONTRASTA ANCHE LE COLITI
L’ azione calmante e riequilibratrice dell’agnocasto è l’ideale per placare l’agitazione tipica di questo periodo, un’effervescenza che nel nostro organismo può facilmente prendere la forma di irritazioni gastrointestinali, colite, tachicardia e nervosismo, tutti sintomi di squilibrio dell’asse ipotalamo-ipofisi. Quest’ultimo è il centro di controllo degli equilibri del corpo, e il rapido aumento delle ore di luce può metterlo in difficoltà.
Tiene lontano l’esaurimento
L’agnocasto (Vitex agnus castus) è da sempre utilizzato per stemperare gli eccessi sul piano psichico e fisico. Si tratta di un arbusto perenne molto comune, che tutti abbiamo visto sulle sponde di fiumi e torrenti, con fiori lilla raccolti in bellissime spighe, e bacche scure, dove si concentra il potere officinale della pianta, dato dalla concentrazione di flavonoidi, casticina, vitexina, isovitexina, alcaloidi, viticina, glucosidi e principi amari. Il suo nome rievoca idee di purezza e di castità: anticamente, lo si usava infatti per favorire la continenza sessuale e calmare gli stati di sovreccitazione.
La scienza oggi nega gli effetti anafrodisiaci, ma ha confermato le proprietà sedative della pianta, utili per trattare irritabilità, cefalea e turbe ormonali.
Per chi soffre di meteoropatia
L’agnocasto è attivo sull’asse ipotalamo, ipofisi, le aree dell’encefalo che regolano la motilità delle viscere, i riflessi, il bilancio idrosalino, la temperatura, l’appetito e l’espressione delle emozioni.
L’ipotalamo, in particolare, è il punto dove sistema neurovegetativo ed endocrino dialogano; se “sballa”, a causa per esempio del cambiamento di clima, ne risente tutto il nostro organismo e possono comparire sbalzi d’umore e meteoropatia. In questa stagione, poi, come risposta all’aumento della luce l’ipotalamo abbassa la produzione di melatonina, l’ormone del sonno, peggiorando la qualità del riposo notturno, e portando irritabilità e stanchezza anche nei momenti di veglia.
Ecco perché la stagione più frizzante dell’anno per alcuni può essere un po’ pesante da sopportare. L’agnocasto, per fortuna, offre un sostegno naturale, che aiuta ad affrontare la transizione dall’inverno in maniera dolce e senza traumi.
È L’ANTICO PEPE DI MONACO
In passato si credeva che l’agnocasto fosse utile per smorzare la libido: per questo i soldati ateniesi ne spargevano foglie e semi sul letto delle mogli prima di partire in battaglia. Nel Medioevo era coltivato nei conventi, dov’era noto col nome di “pepe di monaco”.
Combatte le “vampate”
Tachicardia, vertigini, spossatezza, sbalzi d’umore, spasmi intestinali... In pratica, tutti i disturbi tipici del cambio di stagione traggono giovamento dall’assunzione degli estratti di agnocasto. Inoltre, proprio perché inibisce il rilascio di prolattina, l’agnocasto si dimostra utile in caso di amenorrea o irregolarità mestruali, mentre in menopausa allevia le “vampate”.
PUOI ASSUMERLO COSÌ
In capsule o gocce

■ Si possono assumere 100 mg di
estratto secco di agnocasto, in capsule o compresse, lontano dai pasti, per cicli di 1-2 mesi.
■ Se ti senti affaticata, sciogli 100 gocce di
tintura madre di agnocasto in una bottiglia da litro di acqua naturale e bevi durante il giorno: se ti idrati, sei subito meno stanca
■Prova la tisana Spazza via l’ansia e il malumore Puoi anche associare all’agnocasto altre erbe dall’azione calmante e riequilibratrice.
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FAI COSÌ: fai preparare dall’erborista una tisana con 20 g di Vitex agnus castus, 20 g di Tilia platy- phyllos, 20 g di Leonorus cardiaca, 10 g di Passifl ora incarnata e 20 g di Achillea millefolium. Poni un cucchiaio della miscela in una tazza di acqua bollente, copri, attendi 10 minuti, poi fi ltra. Bevine 3 tazze al giorno.
RIZA - Alkemill Naturopatia e Dintorni
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