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Alkemill Naturopatia e Dintorni 🌸 Naturopathy and surroundings

Imparare a cogliere ciò che di più prezioso la natura possa regalarci : prevenzione, cura e amore per sè stessi. Ilaria ( Alkemill) Naturopata psicosomatico, esperta in pedagogia e disagi infantili e dell'adolescenza, master in fiori di Bach e Cristalloterapia, tesi specifica su attacchi di panico e insorgenze di vario tipo riconducibili ad ansia e stress. Ha studiato Naturopatia Psicosomatica all'Istituto Riza di Milano con il Professore Raffaele Morelli. Ha studiato in seguito per diventare Comportamentalista animale e assistente veterinario, per poter applicare la naturopatia anche ai nostri adorati animali. Amante, esperta e allenatore di arti marziali,  Inizia all'età di dodici anni con il Kung Fu Shaolin per poi  incontrare altre discipline nello specifico Ninjutsu e Kung fu Wing Chun ( Italia Wing Chun Kuen - Scuola del Gran Maestro ip Chun, figlio del Gran Master Ip Man ) che continua attualmente a praticare ed insegnare.   Qui potrete trovare articoli, consigli

Ti presento l'Artemisia

L'artemisia è ricca di benefici e proprietà sedative, antidolorifiche ed espettoranti, ma aiuta anche contro la stanchezza cronica


L'artemisia (Artemisia vulgaris) è una pianta perenne della famiglia delle Asteracee che fiorisce da giugno ad agosto e appartiene tradizionalmente alle "erbe magiche" di San Giovanni. Secondo i miti greci il suo nome deriva da quello della dea lunare Artemide, che l'avrebbe donata alle donne per regolarizzare il ciclo e aiutarle nei parti difficili, e nella medicina greco-romana era ritenuta il miglior rimedio contro le convulsioni e le crisi epilettiche (chiamate appunto "mal di luna"). Secondo altre leggende deriverebbe dal nome di Artemisia di Alicarnasso, regina guerriera di origine greco-cretese.

Nella medicina tradizionale cinese l'artemisia viene impiegata nella moxibustione, una tecnica che utilizza coni o bastoncini di artemisia riscaldati e applicati su alcuni punti o zone del corpo per curare dolori, gonfiori, crisi epilettiche, mentre l'olio essenziale che si ricava dalle sue infiorescenze viene diffuso tramite i brucia-essenze per tenere lontani gli insetti.

Descrizione della pianta

Pianta arbustiva perenne, priva di stoloni, con debole odore di “vermuth”. Ha fusto eretto rossiccio, striato, ramosissimo alto da 50 a 150 cm. La radice è legnosa, breve ed obliqua.
Le foglie sono alterne, lanceolate, inciso-dentate, verdi e glabre di sopra, biancastre e tomentose di sotto. Quelle inferiori con 2-4 lacinie dentate per lato, semiabbraccianti, con lamina larga 4-6 mm nella porzione apicale, ridotta al solo rachide nella porzione basale, le foglie superiore ridotte e lineari.
I fiori sono tubulosi di colore giallo-rossastro, riuniti in capolini subsessili ovoidi in ampia pannocchia piramidale fogliosa, con involucro tomentoso o densamente lanoso e corolla ghiandolosa. I frutti sono acheni glabri oblunghi, appuntiti, lisci e privi di pappo.
Della stessa famiglia è conosciuta e usata in fitoterapia anche l'Assenzio (Artemisia absinthium) utilizzata per disturbi al sistema digerente.

L'habitat dell'artemisia

Nativa delle zone temperate dell'Europa, Asia e Nord Africa, è naturalizzata anche in Nord America. Cresce dalla pianura alla zona pedemontana, lungo i fiumi e ai bordi dei campi.

Cenni storici

Il nome Artemisia deriva da Artemide la dea, nella religione dell'antica Grecia, della caccia, della selvaggina, dei boschi, del tiro con l'arco e della verginità. Altre denominazioni sono assenzio selvatico, amarella e canapaccio per la vana somiglianza alla canapa.
Secondo Plinio il Vecchio, il nome del genere Artemisia deriva da Artemide dea, nella religione dell'antica Grecia, della caccia e della luna che presiedeva i parti, perché era ritenuta una pianta utile ai disturbi delle donne.
Altre tradizioni derivano il nome Artemisia dalla parola greca artemes. che vuol dire “sano", "di buona salute”. Il termine specifico vulgaris indica che si tratta di una specie comune.
Il binomio scientifico attualmente accettato, Artemisia vulgaris, è stato proposto da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione ”Species Plantarum”.

L'artemisia è utilizzata nella medicina tradizionale cinese e giapponese, per la preparazione della moxa (dal giapponese moe kusa che significa "erba che brucia"), una medicina ottenuta triturando in un mortaio la pianta fino a ricavare un impasto lanoso, con cui si preparano delle palline o dei coni che, una volta appoggiati su punti specifici della pelle (corrispondenti ai punti dell'agopuntura), vengono fatti bruciare.
Conosciuta anche come erba "scaccia diavoli", si coglieva al solstizio d'estate e diversi usi e tradizioni popolari attribuiscono alla pianta anche proprietà antiepilettiche.

I principi attivi dell'artemisia

Dalle infiorescenze dell'artemisia si distilla un olio essenziale ricco di lattoni sesquiterpenici (absintina, anabsintina, artabsina, anabsina e anabsinina) dall'attività benefica, oltre a polifenoli, flavonoidi, cumarine, steroidi, tannini, tujoni e soprattutto artemisinina, un principio attivo da cui si ricava un derivato - la diidroartemisinina - efficace contro il plasmodio responsabile della malaria perché danneggia la membrana del parassita, proteggendo il fegato, organo-bersaglio dell'infestazione malarica. Secondo studi di laboratorio la diidroartemisinina sembra in grado anche di promuovere l'apoptosi delle cellule tumorali, agendo sul metabolismo del ferro. Inoltre, l'artemisinina e i suoi composti hanno dimostrato di possedere proprietà antivirali, anti-infiammatorie, anti-parassitarie, e immunoregolatrici.

L'artemisia in fitoterapia e omeopatia

Tra le proprietà terapeutiche dell'artemisia più spesso utilizzate in fitoterapia primeggiano quelle spasmolitiche, dovute attività anticolinergica dei suoi estratti, utili nei disturbi femminili del ciclo e nelle coliche addominali,  e quelle benefiche per il sistema digestivo e quello nervoso. L'attività digestiva è promossa dalle sostanze amare che stimolano la produzione dei succhi digestivi di stomaco, intestino e cistifellea, inoltre le sue proprietà sedative ed antinfiammatorie contrastano gli spasmi dello stomaco e le infiammazioni intestinali, contrastando diarrea e costipazione. La medicina popolare sfrutta l'artemisia anche come rimedio antielmintico e nel trattamento di disturbi dell'umore, come ansia, depressione, l'irritabilità, e insonnia.
N. B. L'artemisia è sconsigliata in caso di allergia ai pollini, e in concomitanza con assunzione di alcolici o terapie ormonali.

Dell'artemisia esistono anche preparazioni omeopatiche in diverse diluizioni, usate come rimedio anticonvulsivo, o in caso di dermatosi e irregolarità mestruali, da assumere in dosaggi diversi secondo la diluizione omeopatica indicata per i diversi disturbi.

Proprietà e applicazioni

L’artemisia può essere indicata come sedativo, antispasmodico, emmenagogo, digestivo e tonico.
  • Tosse: l’artemisia allevia il sintomo per le sue proprietà antisettiche, espettorante e sedative; utile l’infuso e la tintura madre
  • Mestruazioni dolorose, amenorrea e dismenorrea: grazie all’azione antispasmodica (attenua gli spasmi muscolari) ed emmenagoga, ovvero regola il flusso mestruale. Per i disturbi del ciclo è adatta la tintura madre, 30 gocce tre volte al giorno circa dieci giorni prima del ciclo mestruale; mentre per alleviare gli spasmi muscolari, in particolare quelli della muscolatura dell'utero, nelle donne che soffrono di amenorrea o di dismenorrea, è adatto il decotto, da assumere due volte al dì. Il trattamento deve iniziare 10 giorni prima della mestruazione
  • Inappetenza: grazie all’azione sedativa, protettiva per il fegato e stimolante dell’appetito; la formulazione più adatta è l’estratto secco.
  • Digestione difficile: grazie all'azione eupeptica, ed è per questo che ne vengono estratti diversi liquori naturali.
  • Dolori causati da stanchezza, contratture muscolari o reumatismi: l’olio essenziale frizionato sulle parti dolenti, o la moxibustione, danno sollievo.

Modalità d'uso

In fitoterapia si utilizzano soprattutto le foglie, la radice e le sommità fiorite dell’artemisia, in diverse formulazioni, sotto forma di polvere, capsule, oli essenziali e foglie essiccate per infusioni. Ecco le più utilizzate
  • Infuso: si ottiene con 1 cucchiaio sommità fiorite di artemisia, 1 tazza d’acqua. Versare l'artemisia nell’acqua bollente e spegnere il fuoco. Coprire e lasciare in infusione per 10 minuti. Filtrare l’infuso e berne 2 tazze al giorno
  • Decotto: lasciare in infusione circa 20 g di foglie essiccate per 15 minuti in 1 litro di acqua calda. Bere 2 o 3 tazze della soluzione ottenuta in qualunque momento della giornata, in caso di dolori articolari o muscolari.
  • Tintura madre di artemisia: 30-50 gocce 2-3 volte al giorno lontano dai pasti.
  • Estratto secco in capsule (per uso esclusivo degli adulti): La dose giornaliera massima raccomandata è di 5 capsule, (1.625 mg).
  • Olio essenziale di artemisia per uso esterno: è importante diluirlo nell'olio vegetale per evitare di irritare la pelle. Posologia da rispettare: 30% di olio essenziale e 70% di olio vegetale. Anche come repellente per gli insetti.

Precauzioni

Per l'assunzione dell'artemisia è necessario il controllo medico. Infatti, assunta a dosi elevate, questa pianta medicinale può diventare tossica. In ogni caso, è indispensabile rispettare le dosi prescritte nel foglio illustrativo per evitare possibili complicanze e consultare il proprio medico di fiducia prima dell’uso.

Controindicazioni

L'artemisia è controindicata in gravidanza e allattamento; può presentare alcuni collaterali a dosi elevate in quanto può essere tossica. In alcuni casi il contatto con la pelle può provocare dermatiti.

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