L'artemisia è ricca di benefici e proprietà sedative, antidolorifiche ed
espettoranti, ma aiuta anche contro la stanchezza cronica
L'artemisia
(Artemisia vulgaris) è una pianta perenne
della famiglia delle Asteracee che fiorisce da giugno ad agosto e
appartiene tradizionalmente alle "erbe magiche" di San Giovanni. Secondo
i miti greci il suo nome deriva da quello della dea lunare Artemide,
che l'avrebbe donata alle donne per regolarizzare il ciclo e
aiutarle nei parti difficili, e nella medicina greco-romana era
ritenuta il miglior rimedio contro le convulsioni e le crisi epilettiche
(chiamate appunto "mal di luna"). Secondo altre leggende deriverebbe
dal nome di Artemisia di Alicarnasso, regina guerriera di origine
greco-cretese.
Nella medicina tradizionale cinese l'artemisia viene impiegata nella
moxibustione, una tecnica che utilizza coni o bastoncini di artemisia
riscaldati e applicati su alcuni punti o zone del corpo per curare
dolori, gonfiori, crisi epilettiche, mentre l'olio essenziale che si
ricava dalle sue infiorescenze viene diffuso tramite i brucia-essenze
per tenere lontani gli insetti.
Descrizione della pianta
Pianta arbustiva perenne, priva di stoloni, con debole odore di “vermuth”. Ha
fusto eretto rossiccio, striato, ramosissimo alto da 50 a 150 cm. La
radice è legnosa, breve ed obliqua.
Le
foglie sono alterne, lanceolate, inciso-dentate,
verdi e glabre di sopra, biancastre e tomentose di sotto. Quelle
inferiori con 2-4 lacinie dentate per lato, semiabbraccianti, con lamina
larga 4-6 mm nella porzione apicale, ridotta al solo rachide nella
porzione basale, le foglie superiore ridotte e lineari.
I
fiori sono tubulosi di colore giallo-rossastro,
riuniti in capolini subsessili ovoidi in ampia pannocchia piramidale
fogliosa, con involucro tomentoso o densamente lanoso e corolla
ghiandolosa. I
frutti sono acheni glabri oblunghi, appuntiti, lisci e privi di pappo.
Della stessa famiglia è conosciuta e usata in fitoterapia anche l'Assenzio (
Artemisia absinthium) utilizzata per disturbi al sistema digerente.
L'habitat dell'artemisia
Nativa delle zone temperate dell'Europa, Asia e Nord Africa, è
naturalizzata anche in Nord America. Cresce dalla pianura alla zona
pedemontana, lungo i fiumi e ai bordi dei campi.
Cenni storici
Il nome Artemisia deriva da
Artemide la dea, nella religione dell'antica Grecia, della caccia, della selvaggina, dei boschi, del tiro con l'arco e della verginità. Altre denominazioni sono assenzio selvatico, amarella e canapaccio per la vana somiglianza alla canapa.
Secondo Plinio il Vecchio, il nome del genere Artemisia deriva da Artemide dea, nella religione dell'antica Grecia, della caccia e della luna che presiedeva i parti, perché era ritenuta una pianta utile ai
disturbi delle donne.
Altre tradizioni derivano il nome Artemisia dalla parola greca
artemes. che vuol dire “
sano", "
di buona salute”. Il termine specifico
vulgaris indica che si tratta di una specie comune.
Il binomio scientifico attualmente accettato,
Artemisia vulgaris,
è stato proposto da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore
svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica
degli organismi viventi, nella pubblicazione ”
Species Plantarum”.
L'artemisia è utilizzata nella medicina tradizionale cinese e giapponese, per la preparazione della moxa (dal giapponese
moe kusa che significa "
erba che brucia"),
una medicina ottenuta triturando in un mortaio la pianta fino a
ricavare un impasto lanoso, con cui si preparano delle palline o dei
coni che, una volta appoggiati su punti specifici della pelle
(corrispondenti ai punti dell'agopuntura), vengono fatti bruciare.
Conosciuta anche come erba "
scaccia diavoli", si coglieva al solstizio d'estate e diversi usi e tradizioni popolari attribuiscono alla pianta anche
proprietà antiepilettiche.
I principi attivi dell'artemisia
Dalle infiorescenze
dell'artemisia si distilla un olio essenziale ricco di lattoni
sesquiterpenici (absintina, anabsintina, artabsina, anabsina e
anabsinina) dall'attività benefica, oltre a polifenoli, flavonoidi,
cumarine, steroidi, tannini, tujoni e soprattutto artemisinina, un
principio attivo da cui si ricava un derivato - la diidroartemisinina
- efficace
contro il plasmodio responsabile della malaria perché danneggia la
membrana del parassita, proteggendo il fegato, organo-bersaglio
dell'infestazione malarica. Secondo studi di laboratorio la
diidroartemisinina sembra in grado anche di promuovere l'apoptosi delle
cellule tumorali, agendo sul metabolismo del ferro. Inoltre,
l'artemisinina e i suoi composti hanno dimostrato di possedere proprietà
antivirali, anti-infiammatorie, anti-parassitarie, e immunoregolatrici.
L'artemisia in fitoterapia e omeopatia

Tra le proprietà
terapeutiche dell'artemisia più spesso utilizzate in fitoterapia
primeggiano quelle spasmolitiche, dovute attività anticolinergica dei
suoi estratti, utili nei
disturbi femminili del ciclo
e nelle coliche addominali, e quelle benefiche per il sistema
digestivo e quello nervoso. L'attività digestiva è promossa dalle
sostanze amare che stimolano la produzione dei succhi digestivi di
stomaco, intestino e cistifellea, inoltre le sue proprietà sedative ed
antinfiammatorie contrastano gli spasmi dello stomaco e le infiammazioni
intestinali, contrastando diarrea e costipazione. La medicina popolare
sfrutta l'artemisia anche come rimedio antielmintico e nel trattamento
di disturbi dell'umore, come ansia, depressione, l'irritabilità, e
insonnia.
N. B. L'artemisia è sconsigliata in caso di allergia ai
pollini, e in concomitanza con assunzione di alcolici o terapie
ormonali.
Dell'artemisia esistono anche preparazioni omeopatiche
in diverse diluizioni, usate come rimedio anticonvulsivo, o in caso di
dermatosi e irregolarità mestruali, da assumere in dosaggi diversi
secondo la diluizione omeopatica indicata per i diversi disturbi.
Proprietà e applicazioni
L’artemisia può essere indicata come
sedativo, antispasmodico, emmenagogo, digestivo e tonico.
- Tosse: l’artemisia allevia il sintomo per le sue proprietà antisettiche, espettorante e sedative; utile l’infuso e la tintura madre
- Mestruazioni dolorose, amenorrea e dismenorrea:
grazie all’azione antispasmodica (attenua gli spasmi muscolari) ed
emmenagoga, ovvero regola il flusso mestruale. Per i disturbi del ciclo è
adatta la tintura madre, 30 gocce tre volte al giorno circa dieci
giorni prima del ciclo mestruale; mentre per alleviare gli spasmi
muscolari, in particolare quelli della muscolatura dell'utero, nelle
donne che soffrono di amenorrea o di dismenorrea, è adatto il decotto,
da assumere due volte al dì. Il trattamento deve iniziare 10 giorni
prima della mestruazione
- Inappetenza: grazie
all’azione sedativa, protettiva per il fegato e stimolante
dell’appetito; la formulazione più adatta è l’estratto secco.
- Digestione difficile: grazie all'azione eupeptica, ed è per questo che ne vengono estratti diversi liquori naturali.
- Dolori causati da stanchezza, contratture muscolari o reumatismi: l’olio essenziale frizionato sulle parti dolenti, o la moxibustione, danno sollievo.
Modalità d'uso
In
fitoterapia si utilizzano soprattutto le foglie, la radice e le sommità
fiorite dell’artemisia, in diverse formulazioni, sotto forma di
polvere, capsule, oli essenziali e foglie essiccate per infusioni. Ecco
le più utilizzate
- Infuso: si ottiene con 1
cucchiaio sommità fiorite di artemisia, 1 tazza d’acqua. Versare
l'artemisia nell’acqua bollente e spegnere il fuoco. Coprire e lasciare
in infusione per 10 minuti. Filtrare l’infuso e berne 2 tazze al giorno
- Decotto:
lasciare in infusione circa 20 g di foglie essiccate per 15 minuti in 1
litro di acqua calda. Bere 2 o 3 tazze della soluzione ottenuta in
qualunque momento della giornata, in caso di dolori articolari o
muscolari.
- Tintura madre di artemisia: 30-50 gocce 2-3 volte al giorno lontano dai pasti.
- Estratto secco in capsule (per uso esclusivo degli adulti): La dose giornaliera massima raccomandata è di 5 capsule, (1.625 mg).
- Olio essenziale di artemisia per uso esterno:
è importante diluirlo nell'olio vegetale per evitare di irritare la
pelle. Posologia da rispettare: 30% di olio essenziale e 70% di olio
vegetale. Anche come repellente per gli insetti.
Precauzioni
Per
l'assunzione dell'artemisia è necessario il controllo medico.
Infatti, assunta a dosi elevate, questa pianta medicinale può diventare
tossica. In ogni caso, è indispensabile rispettare le dosi prescritte
nel foglio illustrativo per evitare possibili complicanze e consultare
il proprio medico di fiducia prima dell’uso.
Controindicazioni
L'artemisia
è controindicata in gravidanza e allattamento; può presentare alcuni
collaterali a dosi elevate in quanto può essere tossica. In alcuni casi
il contatto con la pelle può provocare dermatiti.
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