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Alkemill Naturopatia e Dintorni 🌸 Naturopathy and surroundings

Imparare a cogliere ciò che di più prezioso la natura possa regalarci : prevenzione, cura e amore per sè stessi. Ilaria ( Alkemill) Naturopata psicosomatico, esperta in pedagogia e disagi infantili e dell'adolescenza, master in fiori di Bach e Cristalloterapia, tesi specifica su attacchi di panico e insorgenze di vario tipo riconducibili ad ansia e stress. Ha studiato Naturopatia Psicosomatica all'Istituto Riza di Milano con il Professore Raffaele Morelli. Ha studiato in seguito per diventare Comportamentalista animale e assistente veterinario, per poter applicare la naturopatia anche ai nostri adorati animali. Amante, esperta e allenatore di arti marziali,  Inizia all'età di dodici anni con il Kung Fu Shaolin per poi  incontrare altre discipline nello specifico Ninjutsu e Kung fu Wing Chun ( Italia Wing Chun Kuen - Scuola del Gran Maestro ip Chun, figlio del Gran Master Ip Man ) che continua attualmente a praticare ed insegnare.   Qui potrete trovare articoli, consigli

La papaya : dolce fonte di giovinezza



UNA RICCA RISERVA NATURALE DI CAROTENOIDI E FLAVONOIDI IN GRADO DI PROTEGGERE LE CELLULE DAL DEGRADO E DI MIGLIORARE L’ASPETTO DELLA PELLE

Originaria dell’America Centrale, la Carica papaya appartiene alla famiglia delle Caricacee ed è comunemente conosciuta con il nome di papaya, usato per indicare sia la pianta sia il frutto. È nota come “frutto miracoloso” o “frutto della vitalità” tra gli indigeni per le sue caratteristiche energizzanti e toniche; come “albero d’oro dell’eterna giovinezza” come amava defi nirla il navigatore portoghese Vasco da Gama sorpreso dalle proprietà benefiche evidenti sulla pelle delle donne che la utilizzavano. Era invece “il frutto degli angeli” secondo Cristoforo Colombo, che la amava per la sua dolcezza. Vitamine, sali minerali e antiossidanti rendono la papaya utilissima per mantenere giovane mente e corpo, favorendo la disintossicazione di tutto l’organismo.

L’arancio fluo per “lavare” sangue e intestino 

La papaya può considerarsi un farmaco naturale indispensabile nelle terapie antiage e nei percorsi di depurazione primaverile

Il suo Paese di origine è il Brasile, in particolare la regione di Linhares, sull’Oceano Atlantico e, a tutt’oggi, ne resta il maggior produttore al mondo, seguito dalla fascia del Caribe (Colombia, Venezeuela, Panama, Costarica, Nicaragua, Salvador) e dal Messico. Si coltiva e si consuma anche in Estremo Oriente ma qui, a differenza di quanto si fa nel resto del mondo, si predilige quella ancora acerba: ridotta a julienne è l’ingrediente principe dell’“insalata di papaya verde”, tipica della cucina thailandese e poi diffusa anche in Cambogia e Vietnam.


ESISTONO DUE VARIETA' PRINCIPALI

La Solo e la Miradol 

Esistono moltissime varietà di papaya tanto che, nel mondo, se ne coltivano circa 50 qualità differenti, simili per i colori della buccia e della polpa, ma differenti per l’aroma. Sono però due le varietà maggiormente note, coltivate e anche più facilmente reperibili in commercio: la papaya “solo” e la Miradol caratterizzata da frutti grandi e polposi con un alto livello di zuccheri. Qualsiasi tipologia costituisce comunque un buon rimedio contro la stipsi, perché agisce come un lassativo naturale leggero e protegge l’intestino. La papaya è depurante e disintossicante, favorisce la diuresi e lo smaltimento delle tossine e dei liquidi in eccesso. 

LA PAPAYA DELLA VARIETÀ “SOLO” ha la forma simile a una pera allungata, rispetto alla quale però è più grande, con una buccia esterna ruvida e di colore giallastro. La polpa interna è succosa, dal sapore dolce ed è di colore giallo-arancione o rosa tenue. Provala nel frullato con ananas, fragole e banane.
LA MIRADOL detta anche “messicana” è una varietà che, oltre ad avere un gusto dolce più spiccato, è molto più grande (anche dieci volte di più rispetto all’altra qualità), ha la buccia esterna liscia e di colore tendente al giallo. La polpa interna è meno succosa e si tinge d’arancione chiaro o più intenso. La più dolce di tutte all’interno di questa varietà è la tipologia Taj Noon. Ottima gustata a fine pasto in macedonia.


Un miracolo contro l’invecchiamento 

La papaya è ricchissima di vitamina C (più del kiwi e delle arance!). È, poi, una miniera di antiossidanti (come il selenio), fl avonoidi, tocoferolo (vitamina E) e provitamina A, che l’organismo trasforma in vitamina A. I carotenoidi di cui è straricco questo frutto, insieme ad altre sostanze antiaging, proteggono le cellule dai radicali liberi responsabili di rughe, macchie e altri segni di invecchiamento cutaneo.
Rivitalizza l’organismo con una pioggia di minerali ed enzimi
Dalla papaya si ottiene un succo ricco di papaina, un enzima capace di “digerire” le proteine alimentari, migliorando e regolarizzando i processi digestivi. La papaina ha le medesime proprietà della pepsina, l’enzima gastrico fondamentale per la digestione proteica. A differenza di questo, tuttavia, che per espletare la propria funzione richiede la presenza di acido cloridrico, questa è attiva anche in ambiente neutro o basico. L’enzima della papaya alleggerisce così l’attività epatica e riduce la produzione di metaboliti di difficile digestione. Se le proteine non sono digerite correttamente, possono causare artrite, stipsi, diabete, ipertensione e altre condizioni di salute correlate.


Contrasta i segni del tempo 
La vitamina E, presente nella papaya, è considerata il migliore antiage naturale. Ma è anche il licopene del frutto che agisce in tal senso: questa sostanza, che appartiene ai carotenoidi (pigmenti giallo-viola molto diffusi nei vegetali), combatte i radicali liberi e contrasta l’invecchiamento, favorendo la rigenerazione cellulare 

Depura e prolunga il senso di pienezza 
Spesso la fame nervosa nasce da uno stato di intossicazione latente. La papaya, fonte di antiossidanti, aiuta a ristabilire l’equilibrio acido-base facendolo virare verso l’alcalinità, grazie ancora una volta alla papaina. Risultato? Ci sentiamo meno gonfi  e meno affamati. E poi un etto di frutto ha solo 43 calorie e un’alta percentuale di acqua. Gustalo con succo di limone e un kiwi.

Via i liquidi che ti regalano una taglia 
L’alto contenuto d’acqua della polpa garantisce al frutto una funzione diuretica e drenante, rendendolo quindi ideale anche nelle diete dimagranti. La sua azione depurativa è fondamentale per combattere il ristagno dei liquidi in eccesso, causa dell’accumulo di tossine e scorie, e anticamera di pelle a buccia d’arancia e cellulite.

Per la perfetta salute di vene e capillari 
Tra le principali proprietà dei fl avonoidi della papaya c’è quella di rafforzare i capillari sanguigni e mantenere la loro permeabilità. Dunque la papaya aiuta a contrastare l’insuffi cienza venosa e la fragilità capillare. Il suo consumo può risultare particolarmente utile anche in caso di vene varicose ed emorroidi. 

Se mangi papaya sei meno aggredito da virus e batteri  
L’elevata quantità di vitamina C presente nella papaya la rende un valido rimedio contro diversi disturbi d’origine virale, come l’influenza, e ne fa un efficace trattamento preventivo contro i malanni da raffreddamento. Come evidenziato da alcuni ricercatori dell’Agriculture and Agribusiness Department dell’Università di Karachi, in Pakistan, questo frutto è in grado di prevenire le disfunzioni renali e liberare l’intestino dai germi. In Nigeria per esempio è stato possibile liberare il 76,7 per cento dei bambini da vermi e batteri nocivi intestinali grazie a questo frutto.

Il frutto alleato delle arterie
L’azione benefica sul cuore è data dalla sua capacità di riduzione del colesterolo cattivo, grazie a fibre ed enzimi. Consumare papaya aiuta a tenere pulite le arterie e, grazie al potassio, regolarizza naturalmente la pressione arteriosa.

Subito più leggera, se la gusti dopo i pasti 

Mangiare Papaya, dopo un pasto ricco di proteine e carboidrati, equivale a dare una grossa mano all’apparato digerente e a fornirgli una dose extra di enzimi digestivi

Facile da pulire, basta dividerla a metà, privarla dei semi con un cucchiaio ed eliminare la buccia; la papaya può essere consumata a colazione o come spuntino, anche insieme all’ananas per potenziarne l’azione drenante e digestiva. Abbinata ad arance rosse di Sicilia, kiwi e mango, gli altri tre cavalieri della salute di marzo, la sua polpa aiuta a combattere le tossine accumulate nell’inverno e a sgonfi arti. Mangiala in macedonia dopo i pasti, per aiutare la scissione delle proteine. Provala anche in insalata con peperoni, sedano, cetrioli, rucola, avocado e noci. Anche i semi di papaya, e le loro proprietà salutistiche, sono noti in Giappone. Ne basta un cucchiaino, pare, per proteggere il fegato dalle malattie.

Nel DRINK CON GLI SPINACI  per depurarti dagli zuccheri 
L’impiego più comune del frutto è senza dubbio quello in frullati e smoothie: ricordati di combinarlo con ortaggi come carote o frutti poco zuccherini come gli agrumi per non aggiungere ulteriori zuccheri e alleggerirne la consistenza pastosa. Un’aggiunta di foglie verdi come lo spinacino fresco e di grassi come l’olio o i semi di lino abbasseranno ulteriormente l’indice glicemico e renderanno i carotenoidi più facilmente assorbibili. 

Nell’INSALATA ricca di enzimi

Una o due volte durante la settimana puoi preparare un’insalata che è una vera bomba di enzimi. Come base utilizza dell’insalata di cavolo. Aggiungi della barbabietola grattugiata: in essa è contenuta la betaina, un enzima benefico per il fegato e la circolazione. Unisci poi mezza polpa di papaia tagliata a cubotti e tre o quattro mandorle. Completa con un cucchiaio abbondante di yogurt, un filo di olio extravergine e aceto di mele: anche con questi condimenti favorirai l’azione digestiva. Un tocco in più può arrivare dall’uso di una prugna umeboshi a pezzettini: è anch’essa ricca di enzimi digestivi. Puoi consumare queste prugne di origine orientale anche dopo un piatto particolarmente abbondante perché aiutano a scomporre carboidrati, grassi e proteine. Puoi aggiungere alle insalate anche dei germogli: sono “cibo vivo” che facilita il compito dell’intero apparato digerente.


QUELLA FERMENTATA È UNA BOMBA ANTIOSSIDANTE

La papaya fermentata è un estratto naturale ottenuto da fermentazione microbica, essiccazione e successiva liofi lizzazione del frutto. La liofilizzazione aiuta a preservare gli enzimi, che sono molto sensibili al calore e perderebbero le proprietà. Per ricavare la papaya fermentata sono impiegate tutte le parti del frutto: polpa, buccia e semi, grattugiati insieme e posti in un’apposita vasca di fermentazione dove sono aggiunti zuccheri e fermenti. Durante questo lungo processo che può durare fino a 100 giorni, gli enzimi antiossidanti della papaya si potenziano. Per questo, è indicata come in grado di attenuare gli effetti della degenerazione delle cellule causata dall’età o da patologie degenerative gravi, quali il morbo di Parkinson o l’Alzheimer. Un’idea, quest’ultima, molto dibattuta dal mondo scientifi co, diviso tra chi afferma sia l’ennesima bufala, e chi come il professor Luc Montagnier, scopritore del virus HIV e premio Nobel per la Medicina, ne enfatizza l’effi cacia come antidoto allo stress ossidativo, tanto da essere arrivato a donarne un concentrato a Giovanni Paolo II quando il Parkinson che lo aveva catturato era in fase terminale


Con l’ananas l’obiettivo pancia sgonfi a è raggiunto!
A metà pomeriggio, prova il cocktail a base di succo di papaya, succo di pompelmo e succo di ananas fresco. Miscela mezzo bicchiere di succo puro di papaya con mezzo bicchiere di succo d’ananas (ottenuto centrifugando le fette del frutto al momento) e mezzo bicchiere di spremuta fresca di pompelmo. Aggiungi qualche fogliolina di menta fresca, un pezzo di radice di zenzero grattugiata e un cucchiaio di succo di aloe e bevi come spuntino. Questo drink facilita la digestione, elimina le scorie e smuove l’intestino


FAI ATTENZIONE… 

•  È PREFERIBILE NON MANGIARE PAPAYA  SE ASSUMI FARMACI ANTICOAGULANTI, dei quali questo frutto andrebbe a potenziare gli effetti, e degli antiaggreganti piastrinici, per evitare il rischio di emorragie.
•  NELLA SCORZA DELLA PAPAYA È PRESENTE  LATTICE: i soggetti allergici a tale sostanza devono stare attenti a eventuali reazioni avverse.
•  IN GRAVIDANZA, MEGLIO PRESTARE   ATTENZIONE AL CONSUMO DI PAPAYA: il frutto maturo non è considerato rischioso, ma la papaya acerba contiene molta papaina, una sostanza che, oltre alle già citate proprietà digestive, può indurre le contrazioni uterine.



GUIDA ALL’ACQUISTO 

4 CRITERI DA VALUTARE  

  • 1. Se la buccia tende all’arancio-rossastro ed è morbida al tatto,  il frutto è in un buono stato di maturazione e va consumato  nel giro di pochi giorni. 
  • 2. Se è troppo rossa o se il dito sprofonda, spaccando la buccia fi no a toccare la polpa: è troppo matura. 
  • 3. Se appare verde, ma con delle macchioline gialle occorrono ancora alcuni giorni (a temperatura ambiente) prima di poterla consumare. 
  • 4. Se ha la buccia molto verde ed è molto dura al tatto, va evitata perché colta troppo acerba.
    Alimentazione
Quella che arriva da noi per via aerea

Nelle zone tropicali, la papaya cresce e viene raccolta tutto l’anno, quindi non ha una vera e propria stagionalità. Ma la produzione è influenzata dall’alternanza di periodi secchi, che sviluppa frutti più dolci e zuccherini e quindi più arancioni, e di periodi piovosi, in cui i frutti sono più verdi.

Come scegliere una papaya davvero buona? Se il frutto viene staccato dalla pianta ancora acerba non procede con la maturazione. Per evitare di incorrere quindi in una papaya poco matura dal gusto poco dolce, asprigno e poco piacevole al palato, con la fastidiosa sensazione che “lega i denti” come una banana ancora verde, scegli frutti dalla buccia che vira verso un bel giallo scartando quelli ancora molto verdi. Inoltre, leggi bene l’etichetta e prediligi un frutto arrivato nei nostri mercati per via aerea e non marittima (garanzia di qualità). Conservala a temperatura ambiente e non in frigorifero (anche perché, come tutti i frutti tropicali, sopporta male il freddo).

Maschile, femminile o...? Ricorda inoltre che la papaya ha tre sessi: maschile, femminile ed ermafrodita ed è proprio quest’ultimo quello da preferire perché la polpa ha un sapore più gradevole al palato. Lo riconosci perché i frutti hanno una forma aggraziata a differenza degli altri che sono allungati o tondeggianti. Per essere sicura, comunque, chiedi informazioni al venditore.



Riza - Alkemill

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