Evoluzione, malattia e adattamento
Tutti
gli esseri viventi si sono evoluti adattandosi all’ambiente in cui si sono trovati a vivere:
l’uomo ha guadagnato nel tempo una superiore capacità di sopravvivenza
nelle condizioni ambientali più disparate grazie non solo a capacità
intellettive più sviluppate, che gli hanno permesso di manipolare tali
condizioni, ma anche a un metabolismo che gli consente di cibarsi di una
varietà di alimenti (onnivorismo).
Il prezzo pagato per questa superiore capacità di adattamento è stata una maggiore tendenza ad ammalarsi.
La malattia è stata nel passato soprattutto un inclemente strumento di
selezione naturale, a causa, ad esempio, di malattie infettive mortali
e di carenza di cibo: l’uomo moderno che vive nelle società
‘tecnologicamente avanzate’, essendo riuscito a contrastare i
microrganismi più aggressivi e a garantirsi adeguate riserve di cibo,
ha allungato la propria aspettativa di vita ma
si sta trovando a vivere in un habitat completamente diverso da quello per il quale, faticosamente, si era adattato.
Paradossalmente,
tutte le strategie biologiche
che aveva elaborato per difendersi dai nemici (virus, batteri) e, in
generale per sopravvivere in ambienti ostili e in situazioni di carenza
di cibo,
si stanno rivelando inutili o, peggio, dannose e in grado di provocare esse stesse malattia. Riteniamo che molti disturbi e patologie croniche siano la semplice messa in atto da parte dell’organismo umano, di
meccanismi riparativi-adattativi inadeguati.
Adattamento e stress
Gli
esseri viventi dispongono di svariati meccanismi di risposta biologica
e/o comportamentale per adattarsi alle diverse sollecitazioni a cui è
esposto (stressor): alcuni meccanismi sono aspecifici consistendo in
risposte uguali a stimoli diversi, altri sono specifici, essendo
‘programmati’ uno stimolo particolare ma non per altri (ad esempio
alcune risposte del sistema immunitario), entrambi si sono evoluti nel
tempo.
Cos' è lo Stress ?
Lo stress è l’insieme delle risposte adattative specifiche e aspecifiche nei confronti delle sollecitazioni ambientali.
I meccanismi di risposta possono essere cellulari (le cellule
reagiscono all’arrivo di segnali ambientali) o sistemici: in questo caso
sono coinvolti principalmente il
sistema nervoso, endocrino e immunitario.
Lo stress e le sue fasi
La teoria classica (di Selye) dello stress
focalizza l’attenzione sui meccanismi di risposta aspecifici (mettendo
in secondo piano, ad esempio, le risposte cellulari e quelle
immunitarie specifiche) ma risulta ancora valida: si distinguono 3 fasi
dette
- fase di reazione:
in risposta ad un evento stressante l’organismo si prepara alla lotta o
alla fuga attivando il sistema nervoso neurovegetativo ortosimpatico,
le ghiandole surrenali (il midollo dei surreni produce più adrenalina) e
la produzione di catecolamine (noradrenalina, dopamina) nel sistema
nervoso centrale, quindi, scomparendo lo stimolo stressante, si ritorna
allo stato di partenza
- fase di adattamento:
ripetendosi gli stimoli stressanti l’organismo si adatta producendo
più ormoni corticosurrenali (cortisolo) generando uno stato di allerta
continuato con apparente benessere relativo (in realtà l’immunità si
indebolisce, c’è uno stato d’ansia di fondo)
- fase di esaurimento: l’organismo non tollera più il carico di cortisolo,
viene meno la capacità di adattamento. Nella fase di esaurimento si
manifestano i nostri punti deboli e compaiono tipici sintomi di allergia
(e anche intolleranza ai cibi), asma, malattie da raffreddamento
recidivanti, depressione, colon irritabile (ma anche
colite ulcerosa), cefalee, dolore cronico, ulcera gastroduodenale,
diabete, obesità, malattie cardiovascolari, patologie croniche della pelle (psoriasi, eczemi), fibromialgia, fino alle ben più gravi patologie degenerative (tumori, malattie autoimmuni).
Il progredire (più lento o più veloce) delle diverse fasi è legato all’intensità e frequenza degli eventi stressanti ma anche a fattori individuali:
in particolare la valutazione cognitiva o emotiva degli eventi (ad
esempio se un lavoro, pur faticoso, mi piace o mi gratifica
economicamente) le mie risposte saranno più attenuate (servirà meno
cortisolo) e magari produrrò più endorfine (oppioidi endogeni) e DHEA
(che una specie di ‘cortisolo buono’) creando una situazione di eustress
(lo stress mi stimolerà a lavorare meglio e con entusiasmo). Se invece
sarò sottoposto a gravi eventi (lutti, divorzi, tracolli economici)
facilmente si creerà distress, con le conseguenze sopra riportate.
I
sintomi ci segnalano che stiamo superando un limite e possiamo porre
rimedio abbassando il livello di sollecitazioni a cui ci sottoponiamo, quindi, in
primo luogo, il nostro stile di vita (compreso ciò che mangiamo) e
l’ambiente in cui viviamo (a partire dalla casa): in seguito ci sarà
d’aiuto anche cambiare il nostro atteggiamento rispetto al mondo che ci
circonda (quello che pensiamo e diciamo).
Alkemill
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